🌧“Piangere mi aiuta a stare calma e a non essere ossessionata dal peso dei problemi della vita”🌧
Le emozioni sono la cosa più vera che abbiamo, sono innate e fondamentali per quanto riguarda l’evoluzione della nostra specie.
Non esistono emozioni giuste o sbagliate, esiste come ci sentiamo coerentemente con ciò che viviamo. Ma spesso siamo abituati a etichettare come “sbagliate” le emozioni negative.
La tristezza infatti viene spesso associata a qualcosa di negativo quindi da evitare il più possibile e da scacciare quando ce la sentiamo piombare addosso. In alcuni ambienti è veramente accettata solo quando riguarda eventi drammatici, come lutti o catastrofi.
🌱Tutti noi abbiamo sperimentato invece che possiamo essere tristi per qualsiasi cosa e in qualsiasi momento.🌱
Non dà nessun sollievo dire a chi sta male “non puoi piangere perché ti ha lasciato il ragazzo, c’è chi sta peggio di te nel mondo!”, perché ognuno di noi vive la sua di storia, sta facendo il suo di percorso e ha a che fare con le sue di esperienze e da queste apprende e cresce. Se banalizziamo la tristezza di qualcun altro, lui o lei non smetteranno di essere tristi, ma o lo diventeranno ancora di più o trasformeranno la tristezza in qualcos’altro, come ad esempio in rabbia.
⛔️La mancanza di ascolto crea confusione emotiva e non permette a noi e agli altri di vivere le proprie emozioni.⛔️
Empatizzare con la tristezza di qualcuno e ascoltarlo attivamente non vuol dire necessariamente essere d’accordo con lui o con lei. L’intento del comportamento empatico non è quello di aiutare a modificare il sentimento, bensì di supportare la persona (anche solo con un abbraccio) ad accettarlo e ragionare sulle conseguenze negative di cui ha paura.
💕Sentire di essere amati nonostante la tristezza aiuta chi la sta sperimentando a lasciarsela alle spalle senza scappare, ma attraversandola e superandola, come se fosse una montagna da scalare.💕
E’ pericoloso ignorare la tristezza, poiché è un campanello d’allarme, un sintomo che sottolinea qualcosa che fa parte della realtà della persona. Va quindi accolta e compresa e non soffocata, va trattata al pari della gioia. È uno stimolo per il cambiamento e per riflettere intimamente su noi stessi o su chi vogliamo aiutare.
Per questo la tristezza ha anche un ruolo importante nello sviluppo delle dipendenze sane dalle altre persone; ci permette di creare attaccamenti positivi e di dare fiducia agli altri, entrambi elementi alla base dello sviluppo delle nostre relazioni significative (famiglia, amici, coppia ecc.).
🌪Una delle paure delle persone è che questo sentimento doloroso possa non finire mai, poiché la sofferenza sperimentata nel qui e ora è forte ed è normale sentire il bisogno allontanarla il prima possibile.🌪
Come tutte le emozioni però dobbiamo ricordarci che è transitoria (a differenza disturbi più gravi come la depressione) e anche se non ce ne rendiamo conto, perché ci sembra sempre di provare dolore con la stessa intensità il tempo sta scorrendo e stiamo continuando a vivere la vita e a fare inevitabilmente dei passi in avanti. Ciò che è fondamentale è riconoscere la fonte di questa emozione per poterci lavorare, per avere chiara la direzione in cui vogliamo andare, in modo da modificare questo stato di malessere e non lasciarci sopraffare. Hai presente una scala a chiocciola? Mentre la stai percorrendo potrebbe sembrarti di passare e ripassare nello stesso punto ma in realtà, scalino dopo scalino, stai raggiungendo la cima! Se invece di scendere continui a salire presto potrai godere un nuovo panorama.
🌈E’ rilevante sottolineare che dove prevale la cultura patriarcale la tristezza, soprattutto per i maschi, è una delle emozioni più difficili da mostrare. Ciò non ci deve scoraggiare, anzi è fondamentale sapere chi è il nemico per combatterlo e lavorare affinché le emozioni non abbiamo né età né genere.🌈
Una società in cui ognuno può esprimere quello che sente è una società libera, dove ognuno può mostrarsi senza vergogna. Se è vero che ognuno sta vivendo la sua di storia è anche vero che la viviamo in mezzo a quella di tutti gli altri.
Dott. Stefano Cosi
Dott.ssa Irene Certini
Ph. credits: Miguel Á. Padriñán