Il progetto “Scuola in mansarda” nasce nel marzo del 2020, quando la scuola di ogni ordine e grado ha dovuto confrontarsi con un modo del tutto nuovo di svolgere la sua funzione. La presenza in classe è stata sostituita dalla presenza attraverso la rete e per docenti e studenti è stato il momento di mettere in atto inesplorate relazioni e strategie di apprendimento.
Come insegnante di scuola primaria e come laureata in psicologia mi posi immediatamente il problema di come affrontare un tempo, che allora pensavamo piuttosto breve, di lontananza dai miei alunni, cercando soprattutto di non far mancare loro la relazione con me, piuttosto che la didattica vera e propria. E così diedi l’avvio alla “Scuola in mansarda”, dal luogo fisico in cui venivano pensate, realizzate ed erogate le videolezioni asincrone.
Ai bambini ogni giorno inviavo una videolezione in cui li salutavo, dialogavo con loro come fossimo in classe e al contempo davo loro brevi ma mirate “pillole” riguardanti vari contenuti degli obiettivi disciplinari presenti nelle Indicazioni Nazionali. Date le mie pregresse esperienze professionali come esperta nel trattamento dei DSA, le videolezioni venivano realizzate proprio con particolare attenzione alla facilità di fruizione del materiale da parte di studenti con difficoltà o specifici disturbi di apprendimento.
L’intuizione di una modalità asincrona e tuttavia esaustiva si è rivelata vincente, poiché il feedback ricevuto è stato molto positivo. Non tanto per i contenuti delle varie discipline, quanto per il costante contatto che eravamo riusciti a mantenere, seppur in modalità digitale. Come si afferma in un recente articolo “non sono le tecnologie digitali a fare di una scuola una scuola moderna” ma è altrettanto vero che oggigiorno “sarebbe inimmaginabile vivere senza Internet e senza i telefoni. La tecnologia, come un pharmakon, può guarire o intossicare, dipende dalle dosi”. Nel caso della “Scuola in mansarda”, i supporti digitali volevo che rappresentassero un’opportunità, un mezzo per cercare di tamponare le mancanze di una scuola in presenza, consapevole che la “formazione avviene soprattutto nella vita comunitaria” e non a distanza.
Il rientro a scuola, nel settembre dello scorso anno, ha portato con sé ulteriori difficoltà. La presenza alla primaria è stata fortunatamente salvaguardata, almeno fino a questi giorni, ma le regole di distanziamento e di comportamento in comunità imposte dal Covid hanno rappresentato delle criticità notevoli. Basti pensare alla mascherina sui volti di tutti gli studenti e le studentesse, che rende gli occhi l’unico tramite di comunicazione non verbale del volto. “Maestra! Non vedo quello che dici!” esclamò un mio alunno a inizio scuola e credo che questa frase spieghi perfettamente il concetto che le espressioni facciali sono fondamentali nell’insegnamento ai più piccoli, in quanto veicolano la percentuale maggiore del contenuto di un apprendimento.
Alle difficoltà della scuola in presenza nel periodo pandemico va aggiunto che la frequenza scolastica in alcune classi viene spesso interrotta da quarantene ed altre necessità sanitarie. Ecco che allora ritorna la didattica a distanza, adesso anche nella sua variante integrata. Gli insegnanti si devono affidare alla loro iniziativa, talvolta anche molto creativa, dando luogo a proposte delle quali l’impatto sugli apprendimenti è ancora tutto da conoscere. In una scuola così connotata dall’emergenza a fare la differenza è il contesto familiare e le condizioni socio–culturali. Dove queste sono svantaggiate, le occasioni formative sono interamente demandate alla scuola.
Per questo motivo ho pensato di continuare a proporre nella mia classe la modalità delle videolezioni asincrone, raggruppate in nuclei tematici, per dare un concreto supporto agli studenti che avessero necessità di colmare lacune o approfondire le loro competenze e che non abbiano famiglie in grado di aiutarli concretamente.
“Scuola in mansarda” è uscito dai confini della mia aula per offrire un contributo anche ad altri studenti, utilizzando il web. Per dare vita ad un progetto di più largo respiro sarebbe auspicabile la collaborazione di altri insegnanti, possibilmente di ordini di scuola diversi, in modo da abbracciare un range il più ampio possibile di contenuti. Chi avesse del materiale video già realizzato o da realizzare, può mettersi in contatto con il centroclinicolamongolfiera@gmail.com o chiamando al numero 055/0460758 dalle 14:30 alle 18:30, per ampliare l’offerta formativa del progetto.
Autrice: Dott.ssa Sara Amerini
Supervisore: Dott. Stefano Cosi
Bibliografia:
De Franchis, V., Vio, C., “Valutazione dei DSA in tempo di DAD”, in Psicologia e scuola, n. 4, anno 41°, marzo/aprile 2021, pp. 10-13, Giunti scuola, Firenze.
Valenti, A., intervista a Nuccio Ordine: “Didattica a distanza e relazioni umane” in Psicologia e scuola, n.3, anno 41°, gennaio/febbraio 2021, pp. 4,5, Giunti scuola, Firenze.