“Liberati della brava bambina” (edizioni Tlön, 2019) è un libro di Maura Gancitano e Andrea Colamedici, filosofi, divulgatori e fondatori di Tlön; i due autori raccontano con lucidità cosa voglia dire essere donna oggi, attraverso le storie di otto personaggi femminili tra letteratura e mitologia: Malefica, Elena, Era, Medea, Daenerys, Morgana, Difred e Dina. Queste donne ci ricordano quanto sia rischioso ridurre una persona a un semplice ruolo, che chi ti considera di sua proprietà ti sta solo facendo del male, di non poter rinunciare, per il nostro bene, a nessuna parte di noi, dell’importanza di avere spazi di confronto tra donne, dell’agire sempre per un bene superiore e molto altro.
La storia degli abusi che le donne hanno dovuto subire nel corso dei secoli è grande, tra questi, quello di dover essere necessariamente delle brave bambine, delle brave mogli e madri, come se fossimo qualcosa che vive “in relazione di”, un vuoto da riempire. Le nuove generazioni si portano inevitabilmente ancora addosso queste aspettative, fino a rischiare, a più riprese, di rinunciare a loro stesse.
“Lei porta nel corpo questo dolore, anche se non lo ha vissuto direttamente: come se avesse ricevuto in eredità i brividi di chi l’ha preceduta”, è una delle prime frasi che il lettore leggerà sfogliando le pagine di questo libro; queste parole permetteranno, da subito, di ridurre la distanza con le protagoniste, ogni donna raccontata infatti possiamo essere noi. Questo dolore è un campanello d’allarme che ci tiene sveglie e ci ricorda che la nostra libertà non è scontata.
Gli autori del libro, grazie al ragionamento filosofico, ci aiutano fin da subito a porci domande, senza necessariamente cercare delle risposte o in ogni caso non una sola, e a non dare per scontata nessuna libertà, bensì a tenere sempre alta l’attenzione sui fatti della vita.
Sono libere le persone che riescono a vivere la propria vita in modo autentico e possono esprimere chi sono davvero, senza paura del fallimento, poiché anche quest’ultimi, di solito più di uno, fanno parte della nostra esistenza.
Gli autori scrivono come la ricerca della libertà possa avvenire unicamente in una società in cui si inizia a pensare il concetto di potere, non solo nella sua versione autoritaria, ma in tutte le sue forme: collettivo, comunitario, collaborativo, equo, paritario; in modo che tutti, tutte e tuttə possano avere gli strumenti per raggiungere ciò che desiderano.
Proviamo a immaginare “[…] Una società in cui essere donna non significhi obbedire a un destino prefissato, in cui essere uomo non significhi sopraffare gli altri ed esprimere violenza, ma una società in cui dare il potere sia esercizio di responsabilità e non una possibilità di cui abusare”. Il potere, come dice Castaneda, è uno stato d’animo e non qualcosa che ci appartiene.
Se sei riuscito a immaginarla, come ti sembra?
Io mi immagino una società comunitaria in cui ognuno è libero di esprimere se stesso, in cui non si debba necessariamente essere brave e bravi, ma vivi, una società che fa meno paura, poiché fondata su reciproci rapporti di fiducia negli altri.
Ti invito a leggere questo libro non per trovare risposte, ma per stimolare le tue domande e la tua immaginazione, per arrabbiarti ed emozionarti, un piccolo spillo per stimolare la tua voglia di cambiare il mondo.
Autrice: Dott.ssa Irene Certini
Supervisora: Dott.ssa Sabrina Masetti